A GELOSE'
Recensione
Secondo antichi archivi, un tempo nella chiesa dell’Annunziata era custodito un quadro di un certo Molenis che raffigurava proprio Sant’Antonio con ai piedi un porcellino. Questo quadro venne poi trafugato e portato alla cappella campestre di Sant’Antonio situata al confine tra Rutigliano e Noicattaro.
“Leggenda vuole che i nojani fossero conosciuti per il loro ‘canareil lisc’, ovvero per la golosità e che vendettero il quadro ai rutiglianesi 'p na fedd d mortadell'”.
Comunque siano andati i fatti, ciò non toglie che i rutiglianesi hanno fatto della festa di Sant’Antonio e di quella del fischietto un connubio perfetto sfruttando la capacità dei vasai nel modellare la terracotta e la creta, a “fest du fr-schet” ha conquistato una fama incredibile.
Nella ‘A gelosè’ si mette in scena proprio la rivalità che da sempre anima scherzosamente i rapporti tra i due paesi e da cui poi sono scaturite leggende come quella sulla mortadella o quella in cui si racconta che i rutiglianesi si sarebbero venduti la chiesa di San Lorenzo per una cesta di ‘ghiacheun’”.
Si parla del significato del fischietto. Questo, infatti, veniva regalato dal fidanzato alla fidanzata come conferma dell’impegno di lui al matrimonio ed era un bel colpo per il padre di lei, nojano, quando si vedeva recapitare a casa il fischietto del futuro genero perché costruito a Rutigliano!
SCHEDA TECNICA
Nome: A Gelosé
Scritta da: Rita Tagarelli
Tipo: Commedia
Durata: 1h 45m
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